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   PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FAUNISTI VENETI
Ambienti naturali
ADATTAMENTO E BIODIVERSITA'
 
Le poche oasi di naturalità presenti soprattutto nei parchi delle ville venete
sono divenute ormai aree di rifugio per alcune specie come il colombaccio,
la ghiandaia, il picchio verde, che si insediano in queste zone
per poi diffondersi successivamente nel territorio circostante.
 
         
 

   Il territorio comunale di Silea ha subito, negli ultimi decenni, una serie di trasformazioni che ne hanno profondamente modificato gli assetti urbanistico, agrario e naturale.
   Situata presso il confine orientale di Treviso, Silea ha dovuto adattare parte del suo sviluppo urbano alle condizioni “imposte” dal capoluogo. Così, mentre Treviso, per decenni, ha mantenuto una popolazione relativamente stabile, i centri confinanti hanno visto una progressiva espansione delle aree urbane e di quelle industriali. Di pari passo con questi fenomeni di insediamento abitativo, sono aumentate le infrastrutture viarie, come l’autostrada, la tangenziale e la Treviso-mare, che hanno creato nuove demarcazioni all’interno di un territorio con originaria vocazione agraria.
   In tale contesto le attività agricole sono state sottoposte a nuove e spietate leggi di mercato che hanno determinato un profondo mutamento ed un assetto delle campagne completamente rinnovato.

TORCICOLLO, UCCELLO DELLA STESSA FAMIGLIA DEI PICCHI, FAVORITO NELLA NIDIFICAZIONE ANCHE DALLA MESSA A DIMORA DI APPOSITE CASETTE -  foto Paolo Vacilotto LIPU

   L’azione contemporanea di questi fenomeni ha reimpostato il territorio su basi molto diverse da quelle del passato e l’ambiente naturale è andato, sempre più riducendosi, secondo un processo comune a molte aree venete.
   I pochi scampoli di naturalità sopravvissuti stanno acquistando, sempre più, una funzione di aree di rifugio per le specie che sanno adattarsi ad ambienti di limitate dimensioni oppure che riescono a convivere in prossimità dell’uomo. Nel primo caso potremmo annoverare alcune piante, come ad esempio Leucojum aestivum e Galanthus nivalis ancora presenti in maniera molto limitata in relitti ambiti naturali posti a ridosso del Sile. Più ampio, invece, appare l’elenco di specie animali, un tempo legate alle aree agrarie, oggi, invece, adattatesi a vivere in stretta vicinanza con l’uomo. Nei nostri giardini e nelle immediate pertinenze delle abitazioni, infatti, si osservano, con sempre maggiore frequenza,

 
         
 
SPATOLA, rara specie di trampoliere, unica osservazione per la provincia di Treviso, avvenuta in libertà, al centro cicogne LIPU - foto Paolo Vacilotto LIPU
 
CIGNI SUL SILE - foto Francesco Zanatta
 
         
 

animali molto importanti, talvolta citati nel passato perché specie a rischio di estinzione. Tra questi ricordiamo farfalle come il macaone, anfibi come il rospo smeraldino, il rospo comune, la rana di Lataste, rettili come l’orbettino e la coronella austriaca, quest’ultima sovente uccisa per una presunta somiglianza con la vipera (che al contrario non vive nel nostro territorio) ed una miriade di uccelli tra cui la civetta, il picchio verde, il picchio rosso maggiore, lo scricciolo, il pettirosso, il merlo, la cinciallegra e molti altri.

 

   Volendo però analizzare in maniera un po’ più approfondita il nostro ambito comunale, è possibile evincere la valenza naturale assunta dalle più importanti e diffuse tipologie ambientali.
In primo luogo le aree umide costituite dai corsi dei fiumi Melma, Nerbon, Sile e dalla rete di canali di scolo che intersecano le zone agrarie.
   Si tratta di “contenitori di naturalità” di elevato valore, caratterizzati quasi sempre da un notevole grado di biodiversità.

 
 
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