Ricchezze e potenzialità di un territorio

LA VALLE DI NON

La dolcezza dei panorami, il patrimonio culturale di prim’ordine
e le risorse naturalistiche ne fanno una meta turistica di grande fascino
che nell’ultimo decennio sta conoscendo un nuovo rilancio.

Lago di Santa Giustina

Fin dalla fine dell’Ottocento il territorio anaune conobbe un grande sviluppo turistico; l’amena località montana del Passo della Mendola in Alta Val di Non, al confine con la valle altoatesina dell’Adige, divenne nel giro di pochi anni una delle stazioni turistiche più amate dell’arco alpino e una delle più note a livello internazionale. A partire dal 1880, anno di costruzione della strada montana che collega Appiano, in Alto Adige, con il Passo della Mendola, fino ad allora località isolata e impervia, l’area conobbe un improvviso e veloce sviluppo anche grazie all’edificazione di alcune strutture alberghiere di prim’ordine tra cui spiccano per eleganza e sontuosità l’Hotel Mendola e l’Hotel Penegal “Villa Imperiale”. Per qualche decennio il Passo della Mendola rimase una delle più ambite mete turistiche dell’arco alpino; nei suoi boschi transitarono importanti personalità dell’Impero Austro-Ungarico e flussi turistici provenienti da ogni parte d’Europa. Il grande successo turistico dell’area del Passo della Mendola, favorì lo sviluppo anche delle aree limitrofe, in particolare dell’Alta Valle di Non e dei paesi di Cavareno, Ronzone, Malosco, Sarnonico e Ruffrè che conquistavano il turista grazie alla splendida cornice paesaggistica che li caratterizzava, fatta di colline verdi e fitti boschi. Oggi la Valle di Non sta conoscendo un nuovo rilancio turistico grazie ad alcune sue peculiari proprietà quali la dolcezza dei suoi panorami, il patrimonio culturale di prim’ordine e le potenzialità ambientali. Ciò che identifica l’area anaune e la rende appetibile agli occhi del turista è soprattutto la sua conformazione morfologica, fatta di paesaggi tipicamente alpini, percorsi da abbondanti corsi d’acqua e grandi estensioni boschive, circondate da imponenti catene montuose. La ricchezza del territorio della Valle di Non sta tutta nella sua particolare struttura geologica che alterna ampi altipiani coltivati a frutteto, a profonde gole scavate dai corsi d’acqua alpini, nel corso dei millenni. Il risultato è di una valle unica nel suo genere, al primo sguardo dolce e armoniosa ma frastagliata e aspra nei dettagli, capace di rispondere ai più diversi interessi del turista.

Al centro del territorio anaune si impone per dimensioni e impatto visivo il grande bacino artificiale del Lago di Santa Giustina. La distesa d’acqua, lunga più di 7 chilometri e mezzo, venne creata attraverso lo sbarramento del corso naturale del torrente Noce mediante una diga, alta 152 metri, costruita tra il 1943 e il 1951. L’imponente opera umana ha finito per caratterizzare l’intera valle. Per tempo rimasta irrilevante a livello turistico, è oggi oggetto di un importante progetto di valorizzazione e rilancio in vista di uno sfruttamento delle potenzialità delle sue rive per attività quali: il canottaggio e la pesca e per la creazione di aree relax.

Al suo interno la valle è suddivisa in diverse aree, ognuna con una propria identità caratteristica. Nella porzione più alta il territorio anaune comprende le due aree a più innata vocazione turistica: l’Alta Valle di Non e la Predaia. Trattandosi di due altopiani caratterizzati da un forte valore paesaggistico, con vaste distese prative e boschive adatte ad escursioni poco impegnative, rispondono alla richiesta di una vacanza a misura di famiglia. Le aree della Terza Sponda e delle Maddalene risultano invece le zone più selvagge e incontaminate della valle; la presenza di vaste catene montuose, su tutte quella delle Maddalene e il patrimonio boschivo incontaminato rendono questa zona adatta alle attività sportive più impegnative quali: il trekking estivo e, nel periodo invernale, lo sci-alpinismo e le escursioni con le ciaspole. L’area delle Quattro Ville e della Media Val di Non è caratterizzata dalle vaste estensioni di frutteti coltivati a melo. La coltura della mela ha conosciuto nel corso del XIX secolo una crescita esponenziale fino a divenire la monocoltura caratterizzante la valle. Dal cuore del territorio anaune le coltivazioni a meleto si estendono in ogni direzione fino ad alta quota dove lasciano il posto a pascoli e boschi. La presenza forte della mela nel paesaggio e nella vita contadina degli abitanti della Valle di Non si è imposta al punto di divenire uno dei simboli dell’intero territorio. La mela della Valle di Non rappresenta oggi anche uno strumento efficace di promozione turistica il brand Melinda ed il suo marchio D.O.P hanno reso questa Valle famosa in tutta Italia. Il ciclo produttivo della mela regala inoltre all’ospite due momenti magici che connotano il paesaggio anaune in maniera unica favorendo lo sviluppo di un turismo rurale e di scoperta. In primavera, la fioritura delle centinaia e centinaia di ettari di frutteti trasforma le campagne in un immenso giardino dai colori tenui, una cornice ideale per le escursioni in campagna. L’autunno è il momento più caldo per la vita agricola anaune, la raccolta delle mele segna un importante momento di incontro per la gente contadina, quando intere famiglie si ritrovano nei campi per raccogliere assieme il frutto di mesi lunghi di lavoro e dedizione. Negli ultimi tempi molte strutture ricettive si sono organizzate per portare i loro clienti a partecipare in prima persona alla raccolta e l’iniziativa risulta sempre più apprezzata e richiesta. Dall’area delle Quattro Ville, all’altezza del paese di Tuenno, si apre un vero e proprio tesoro naturalistico: la Valle di Tovel con al centro lo splendido lago naturale di Tovel, che è considerato uno degli specchi d’acqua più suggestivi delle Dolomiti; è sicuramente una delle ricchezze più importanti del turismo anaune, solo per la sua bellezza la Valle di Non meriterebbe una visita. Sorge in una posizione altamente scenografica, ai piedi del massiccio del Brenta che si rispecchia nelle sue acque. La Valle di Tovel appartiene al territorio compreso all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta, in un’area dunque a forte richiamo turistico grazie, soprattutto, alla sua natura incontaminata e alla purezza del paesaggio. Lo sfruttamento turistico del Lago di Tovel fortunatamente non ha corrotto la bellezza del luogo, applicando una politica di tutela dell’ambiente circostante che si sposa bene con le tante attività organizzate dal Parco, tra cui spicca il progetto di reinserimento dell’orso bruno nelle foreste anauni, denominato “Life Ursus”, e varie attività didattiche che coinvolgono i turisti in percorsi naturalistici costruiti per insegnare la sostenibilità e il rispetto ambientale.

A sud del bacino di Santa Giustina si estende infine la cosiddetta “area del Brenta”, il cuore più prettamente agricolo dell’intera valle. Questa zona non ha ancora conosciuto un adatto sviluppo turistico, ma sta maturando una propria vocazione all’ospitalità agrituristica puntando su un turismo agricolo e di “esperienza” e sfruttando le potenzialità che le estese coltivazioni a meleto e l’ospitalità della gente contadina offrono.

Oltre alle invidiabili risorse naturalistiche, il territorio della Valle di Non può vantare anche numerose testimonianze culturali d’alto valore. Per secoli area di passaggio tra zone di etnia germanica e di etnia latina, la storia ha lasciato tracce importanti del passato nobiliare e religioso, rendendola una delle valli del Trentino con il più ricco patrimonio culturale. Una risorsa paesaggistica di prim’ordine sono sicuramente i castelli e le residenze signorili, presenti sull’intero territorio, tanto che quasi ogni singolo paese può vantare il proprio gioiello artistico e storico. La maggior parte di queste residenze signorili sono di proprietà privata e dunque non fruibili direttamente dal turista, ma la ricchezza paesaggistica della Valle di Non è, comunque, impreziosita dalla presenza di questi manieri, arrampicati sulle rocce o nascosti tra fitte abetaie o ancora incorniciati dai meleti. Fortunatamente Castel Thun, uno tra i più bei castelli anauni, appartenuto alla più importante dinastia nobiliare della Valle di Non, quella dei Tono, è stato recentemente acquistato dalla Provincia Autonoma di Trento ed è oggi in fase di restauro. Per ora sono visitabili gli ambienti e i cortili esterni del castello, a breve tempo l’intero edificio sarà aperto al pubblico.

Totalmente fruibili, invece, anzi risorsa da riscoprire e valorizzare, sono le innumerevoli testimonianze del sacro e delle fede cristiana disseminate in tutta la valle. Si tratta per la maggior parte di tracce piccole per dimensioni ma enormi per valore artistico e mistico, custodite in luoghi impervi, lontano dalle grandi vie di flusso, ma proprio per questo capaci di custodire e restituire ancor oggi tutta la ricchezza della storia millenaria della fede anaune. Fra tutti i tesori dell’arte sacra in Valle di Non, il Santuario di San Romedio è sicuramente il più ammirato, uno degli eremi più suggestivi d’Europa e forse il simbolo più caratteristico della Valle. Un percorso incentrato sulla riscoperta dei segni del sacro potrebbe partire dal Santuario di San Romedio per dedicarsi alla visita di alcuni gioielli dell’arte romanica, come la Basilica dei Santi Martiri di Sanzeno e la chiesetta di San Bartolomeo di Romeno, per continuare lungo l’asse segnata da eremi quali l’eremo di Santa Giustina, ai piedi dell’omonima diga, l’eremo di San Gallo, nei dintorni del paese di Revò e l’eremo e quello di San Biagio a Romallo. Il rilancio turistico della Valle di Non nell’ultimo decennio è passato anche e soprattutto attraverso la riscoperta di potenzialità del territorio rimaste nascoste e dimenticate per secoli. Uno degli esempi più importanti è quello dei canyon. L’intera valle è percorsa da numerosi torrenti e flussi d’acqua di diversa natura che scendono dalle fonti alpine dirigendosi nel fondovalle. Per millenni la forza dell’acqua ha scavato la roccia madre fino a formare quelle gole e strapiombi che oggi percorrono l’intero territorio e che hanno assunto il caratteristico aspetto di canyon. Una risorsa turistica e paesaggistica rimasta per secoli sconosciuta, nascosta nel cuore di antichi borghi costruiti tenacemente in posizioni, spesso, difficilmente accessibili. Nel 2005 è stata portata a termine la costruzione di un percorso, attrezzato lungo il torrente Novella e la sua forra, che è stato ribattezzato Parco Fluviale Novella. Il Parco si è aggiunto a un altro itinerario già attrezzato, quello del Canyon Rio Sass costruito sotto il livello abitativo del borgo di Fondo lungo il letto del torrente Rio Sass. La valorizzazione del patrimonio turistico della Valle di Non e la linea di lavoro oggi intrapresa per rendere completa l’offerta turistica anaune passa anche e soprattutto attraverso la realizzazione di progetti che favoriscono la fruizione di tesori ambientali e culturali prima inaccessibili o poco sconosciuti, questa è la grande sfida che la Valle di Non si è posta per il suo sviluppo futuro.

Eremo di San Romedio San Biagio RomalloTeunno, Chiesa di Sant'Orsola e MunicipioMaloscoLa Chiesa di Vervò

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