Mutualismo e solidarietà

UNA TERRA DI COOPERATORI

Una grande realtà economica ramificata sul territorio, ma soprattutto un grande momento democratico e partecipativo

Castel Valer

 

Un territorio di rara bellezza, insediamenti umani testimoni di un nobile passato, un’economia solida. Sono indicatori credibili per affermare che, nei paesi della Valle di Non, la qualità della vita è sufficientemente elevata.
Merito di una popolazione laboriosa e caparbia, ma anche di un sistema economico che ha consentito alla Valle, fin dall’inizio del secolo scorso, di riscattarsi da una situazione di depressione, sfruttando al meglio le potenzialità del proprio territorio: la cooperazione.
Nata nel 1890 a opera di un curato di campagna della Val Giudicarie, don Lorenzo Guetti, la cooperazione trentina ha trovato in terra d’Anaunia sostenitori illuminati e convinti, che hanno favorito il radicamento di questo modello d’impresa in tutti i comuni della Valle e sono stati, in assoluto, fra i principali protagonisti della sua diffusione nell’intera provincia.
L’ingegnere di Romeno Emanuele Lanzerotti, fu il fondatore del SAIT, il Consorzio delle cooperative di consumo, e don Silvio Lorenzoni di Cles ebbe il merito di consentire – traducendone dal tedesco gli scritti – la diffusione del pensiero di Friedrich Wilhelm Raiffeisen promotore, in Germania, di un sistema di banche che, applicando il principio dell’auto-aiuto, poneva nell’interesse degli associati l’obiettivo centrale della sua politica d’affari. Da ricordare, fra i molti parroci che nei paesi della Valle di Non sostennero la diffusione del cooperativismo, don Giobatta Panizza, curato di Tuenno nell’ultimo decennio dell’Ottocento, che arrivò anche alla presidenza della “Federazione delle Casse Rurali e dei Sodalizi cooperativi” di Trento.
A distanza di oltre un secolo, la cooperazione costituisce, nella Valle di Non, la forza trainante dell’economia. Questa forma d’impresa, che affonda le proprie radici nei valori del mutualismo e della solidarietà, ha dunque rappresentato una risorsa determinante per lo sviluppo di questo territorio e ancor oggi garantisce la sopravvivenza a numerose imprese agricole di piccole o piccolissime dimensioni, favorendo una produzione di qualità: una produzione – diremmo quasi – su misura. Grazie all’organizzazione cooperativa, inoltre, ad ogni piccola azienda è data la possibilità di porsi sul mercato al pari di un’azienda di grandi o grandissime dimensioni.
Oggi al Consorzio “Melinda”, che raggruppa sedici cooperative, fanno riferimento oltre cinquemila agricoltori della Valle di Non e della bassa Valle di Sole che producono, complessivamente, più di tre milioni di quintali di mele (in massima parte golden delicius) per un giro d’affari di circa 192 milioni di euro. A premiare l’impegno e la determinazione che i contadini “nonesi” hanno avuto nel garantire un prodotto di altissima qualità è arrivato nel 2003 dall’Unione Europea il riconoscimento della DOP, la Denominazione di Origine Protetta.
La cooperazione in Anaunia non si esaurisce, però, nel comparto frutticolo. Quasi in ogni paese sono presenti lo sportello della Cassa Rurale e il punto vendita della Famiglia Cooperativa e, inoltre, nove caseifici sociali mantengono viva una ricca tradizione nel settore lattierocaseario che ha nella produzione del “Grana trentino” il proprio fiore all’occhiello. Realtà di eccellenza sono presenti anche nei settori della cooperazione sociale, della produzione lavoro e servizi, del turismo. Hanno scelto di costituirsi in cooperativa anche una scuola musicale e un’emittente radiofonica.
Non è, dunque, un caso se proprio da questa terra è partito uno dei più appassionati ambasciatori dell’idea cooperativa in Italia: il vescovo Giancarlo Bregantini di Denno, che per tredici anni ha lottato nella Locride per superare – favorendo la creazione di cooperative – le infiltrazioni mafiose nell’organizzazione del lavoro. Una grande realtà economica, la cooperazione, ramificata sul territorio e caratterizzata da una non comune capacità di fare rete.
Ma anche un grande momento democratico partecipativo. Il principio, sempre attuale, “una testa, un voto” che pone ogni socio sullo stesso piano, ha favorito, infatti, anche nella Valle di Non, un forte coinvolgimento della comunità. E ha contribuito a formare la classe dirigente e a far crescere il senso di responsabilità e di autonomia dell’intera collettività.



 

LA STRADA DELLA MELA
E DEI SAPORI

L

e Valli di Non e di Sole, ricche di storia, cultura e tradizioni, rinomate mete di villeggiatura estiva ed invernale, a partire dall’anno 2004 si offrono al visitatore con una nuova proposta gustosa e genuina, attraverso i prodotti tipici posti al centro di un nascente turismo rurale ed enogastronomico.
Nelle Valli di Non e di Sole non vi è stato il minimo dubbio nell’individuare il prodotto agricolo più rappresentativo; infatti, la mela è il frutto tipico e storico della zona, grazie al quale già nel 1800 questo territorio era conosciuto non solo in Italia, ma anche in altre nazioni europee. In questo angolo del Trentino si estende un grande frutteto di circa 7.000 ettari, dove oltre 5.000 agricoltori producono prevalentemente tre varietà di mele (Renetta Canada, Golden Delicious e Red Delicious), che dall’anno 2003 possono fregiarsi del prestigioso riconoscimento della D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) “Mela Val di Non” concesso dall’Unione Europea.

Il territorio
Il territorio della Strada della Mela e dei Sapori comprende le Valli di Non e di Sole, due vallate tra loro vicine e accomunate dalla dolcezza del paesaggio e dalla ricchezza di fiumi, laghi e torrenti. La Valle di Non, delimitata ad Ovest dalla catena delle Maddalene, dalla catena del Roen ad Est e dalla parte settentrionale del Gruppo di Brenta, si presenta come una successione di tre altipiani separati da profonde gole e canyon. Predomina la coltivazione delle mele, che ha reso famoso nel mondo questa zona del Trentino. Nella parte settentrionale della Valle, di aspetto più tipicamente montano, verdeggiano prati e boschi. Oltre ai frutteti, che nel periodo della fioritura regalano un meraviglioso spettacolo, meritano una visita i laghi, i numerosi castelli e i santuari alpini. Circondata dai rilievi montuosi del Brenta, dell’Adamello, della Presanella e dell’Ortles-Cevedale, la Val di Sole, è invece caratterizzata dal tipico paesaggio della vallata alpina di origine glaciale. Nel fondovalle scorre il fiume Noce, palestra ideale per gli appassionati di canoa e kayak, ma soprattutto di rafting che possono provare l’intensa emozione della discesa seguendo la corrente del corso d’acqua. La parte bassa della vallata è coltivata a meleti, mentre nella parte alta si susseguono boschi e praterie. Oltre che da un ambiente incantevole e rigenerante, la Val di Sole è valorizzata anche da un interessante patrimonio storico-artistico custodito in piccoli e ordinati borghi.
I prodotti
Mele
Sono tre le varietà coltivate nelle valli del Noce che possono fregiarsi del marchio D.O.P. “Mela Val di Non”.
La Renetta Canada, (foto 3) di antica origine francese e dal sapore particolarmente aromatico, è insuperabile se consumata cotta e fra le migliori per ottenere succhi e distillati.
La Golden Delicious (foto 4 ) ha trovato nelle Valli di Non e Sole il suo territorio di massima vocazione. Dolce e croccante, di colore giallo, deve al clima di montagna le sue straordinarie caratteristiche organolettiche che la rendono inconfondibile. Le escursioni termiche fra il giorno e la notte favoriscono la comparsa della famosa “faccetta rossa” che ne costituisce garanzia di provenienza e di qualità.
La Red Deliciuos, la mitica mela rossa di montagna ha, invece, un sapore dolce e delicato.
A queste celeberrime varietà ottenute seguendo il disciplinare della Produzione Integrata e in parte provenienti da coltivazioni biologiche, vanno poi aggiunte le nuove (Gala e Fuji); quasi la totalità di queste mele, che rappresentano circa il 15% delle produzione nazionale, vengono commercializzate con il prestigioso marchio Melinda. In alcune aree di alta collina vengono coltivati “patriarchi” secolari di vecchie varietà di mele (Napoleon, Champagne, Bella di Bosco, Palmandor, Gravenstein, Limonzino, Fragoni, Rosa di Caldaro, Mantovano piatto, Rosmarine, Belfiore di Ronzone) che costituiscono un prezioso patrimonio storico e culturale della frutticoltura nonesa.
Le mele vengono utilizzate per preparare gustosi piatti e dolci tipici, fra cui il più conosciuto è lo strudel. Inoltre da esse si ottengono gradevolissimi succhi, l’aceto, il raffinato e prezioso aceto balsamico, il sidro, le confetture, le mousse ed i distillati.
Formaggi
Trentingrana. Questo formaggio, grazie alla sua qualità e tradizione, si fregia pure della prestigiosa D.O.P. La particolare e ormai unica struttura produttiva, imperniata sui caseifici sociali, permette una cospicua e qualificata presenza di questo superbo prodotto, che, pur appartenendo alla grande famiglia del Grana Padano, si distingue fra tutti grazie alle sue peculiarità.
Casolét (presidio Slow Food) è un formaggio a pasta molle e cruda ottenuto da latte intero ed è tipico della Val di Sole. La pasta è morbida e profuma delle erbe dell’alpeggio. Ha un colore chiaro o appena paglierino, presenta un’occhiatura rada e una crosta liscia. Il Casolét è il formaggio ideale per la preparazione di torte salate e di frittate campagnole.
Nostrano del Casel. Ogni caseificio offre un proprio Nostrano del Casèl che, pur essendo prodotto seguendo la stessa ricetta, si presenta con varie sfumature di aroma e di gusto, mettendo in risalto con ciò la diversità dei microclimi.
Va ricordato infine il Montesòn, prodotto nel caseificio che raccoglie il latte della zona di Brez, Lauregno, San Felice e Castelfondo in alta Valle di Non.
È ottenuto con latte intero e latte scremato, prevalentemente proveniente da mucche di razza Bruna Alpina e con l’aggiunta di caglio di capretto.
Vino e distillati
Da un’antichissima vocazione per la viticoltura, pur in condizioni estreme, è stata recentemente riqualificata la produzione di un vitigno autoctono, il Groppello di Revò, che si coltiva sulle ripide sponde del Lago di Santa Giustina nei Comuni di Cagnò, Revò, Romallo e Cloz. Il Groppello è un vino rosso di medio corpo, dall’intenso colore rubino-amaranto, che presenta un buon grado di acidità ed è ricco di tannini. Dalle vinacce del Groppello si ottiene un’ottima grappa dal profumo e dal sapore intenso, contemporaneamente asciutto, fresco e garbato. In bassa Valle di Non la coltivazione della vite è stata riscoperta con ottimi risultati, che hanno portato alla produzione, in particolare, di vini bianchi, freschi e profumati, adatti anche alla spumantizzazione.
Con i vari generi di frutta che arricchiscono le mense del territorio si producono, attraverso il metodo trentino “Tullio Zadra”, diversi distillati fra cui primeggiano per tradizione antica quelli monovarietali di pere (Williams, Spadona, Pera Moscato, Trionfo di Vienne, Buona Luisa), ma anche quelli di prugne e susine, di albicocche, di lamponi, di mele cotogne e di ciliegie. Dalla grappa e dai distillati, secondo antiche ricette tramandate di generazione in generazione, si ottengono amari, liquori, elisir, ratafià che acquistano il loro inconfondibile sapore mediante l’aggiunta di erbe, bacche, radici e frutti di alta montagna (ruta, asperula, genziana, imperatoria, genepì, rosa canina, mirtilli, fragoline di bosco).

Salumi ed insaccati
Una terra ricca di ogni ben di Dio non poteva che offrire una golosa scelta anche di carni e salumi. Abbiamo così la tradizione delle luganeghe, dello speck, della carne salada, della pancetta, dei cotechini e in particolare della tipica mortandèla affumicata. Nel territorio della Strada della Mela non ci sono grandi salumifici, ma i prodotti vengono preparati a livello artigianale da abili salumieri che operano nelle macellerie di paese.
La “Mortandèla affumicata della Val di Non” (presidio Slow Food) è prodotta solamente nella Valle di Non e conquista il palato dei buongustai grazie alla sua particolare preparazione che presenta un ottimale equilibrio tra carne e spezie. Alla carne di puro suino macinata e speziata viene data la forma di polpetta, le cui dimensioni cambiano al variare della grandezza delle mani del salumiere; le mortandele vengono poi poste ad affumicare dolcemente utilizzando legna di faggio e ginepro. Dopo alcune settimane di stagionatura, si possono consumare sia affettate crude che scaldate rapidamente a fuoco vivo, avendo però l’avvertenza che il grasso non si rosoli. Alimento popolare, rustico e accattivante, si abbina in maniera perfetta con i tortèi o la torta de patate, altri piatti tipici del territorio della Strada, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino, preferibilmente Groppello di Revò o sidro di mele.

Produzioni di nicchia
In queste Valli, grazie al loro clima favorevole, si coltivano prodotti agricoli eccellenti. Tra la frutta, in parte proveniente da coltivazione biologica, non temono rivali le molte varietà di pere, albicocche, ciliegie, amarene, susine e piccoli frutti (lamponi, fragole, ribes, mirtilli), con cui si preparano confetture dal gusto impareggiabile.
Fra le verdure primeggiano le patate di montagna, il mais, i cavoli cappucci e i fagioli, indispensabili per la preparazione di deliziosi piatti tipici.
Secondo antiche tradizioni, si preparano succhi di frutta, soprattutto con mele e pere, e sciroppi (di lampone, sambuco, mirtillo, amarene) che danno vita a bevande dal sapore inconsueto.
Il miele, prezioso alimento ottenuto dai mille fiori di montagna o dai meli, è squisito soprattutto se abbinato con il Trentingrana. Speciale è quello che deriva dai rari rododendri, che fioriscono in giugno a quote superiori ai duemila metri, ideale accompagnamento alla ricotta affumicata proveniente dalle malghe.
L’acqua pura e perfettamente ossigenata delle nostre sorgenti permette, inoltre, l’allevamento della Trota iridea e salmonata e del pregiato Salmerino Alpino.
Fra le tante offerte di prodotti tipici e di accoglienza, lungo la Strada si trovano anche artigiani-artisti pronti a introdurre l’ospite nei “segreti” delle loro produzioni, costituite sia da oggetti per l’uso quotidiano, che da vere e proprie opere d’arte.
I manufatti di questi nostri abili artigiani sono ammirabili nei musei e negli ecomusei appositamente allestiti, negli antichi palazzi nobiliari, nei castelli e nei santuari delle Valli di Non e Sole.
Gli Associati della “Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e di Sole”, si sono impegnati a seguire un rigido e dettagliato disciplinare che garantisce all’ospite l’offerta di un’ampia gamma di prodotti gustosi e genuini.