Per un certo periodo era stato trasformato in una vera e propria redazione dove si leggevano i quotidiani, si scriveva e si trasmettevano, via telefono, notizie, resoconti, servizi, si scambiavano pareri, idee, informazioni...
Su queste realtà così particolari e stimolanti è calato il silenzio. O meglio, soltanto i pensionati più anziani ricordano le stagioni che sono appena di ieri, quando d’estate siedono ai tavoli posti all’aperto del Bar Franchin, del Molinari e del Pedavena, quello nuovo. Accanto agli anziani, molte giovani mamme che concedono libertà ai bambini che corrono sul listòn, mentre loro sorseggiano una bibita fresca, un caffè o mangiano un gelato. Attimi di vita comunitaria, diversi rispetto al passato ma sempre eguali nella sostanza anche durante qualche spettacolo musicale e folcloristico, che viene messo in piedi per far trascorrere in un’atmosfera più piacevole, le lunghe, afose, qualche volta insopportabili serate estive.
 
 
 
Alla storia delle tradizioni, dei riti, delle manifestazioni, si aggiunge la storia della piazza scritta sulle pareti rappresentate dai palazzi. Incominciamo a raccontarla, ricorrendo anche all’aiuto di Rovigo. Ritratto di una città, con il palazzo degli Estensi, che si trovava nell’attuale largo Umberto Maddalena, a due passi dalla piazza. L’edificio era dimora del visconte. Nel 1429 venna costruita la loggia dei Notai. "Dal punto di vista architettonico", troviamo scritto, "il tono complessivo degli edifici attorno alla piazza era certamente modesto: dovette, dunque, apparire rivoluzionario l’intervento dei Roverella, che nel 1474 avviarono la costruzione del grandioso palazzo [...]. Nel 1488, i Veneziani, nuovi dominatori del Polesine, costruirono la torre civica accanto alla loggia dei Notai [...]. Nel 1509 i Casalini costruirono il loro palazzo accanto a quello dei Roverella [...]. Nel 1550 furono i Roncale a costruire la loro dimora signorile, ubicandola all’estremità occidentale del lato nord [...]. nel 1506 venne pavimentato il "Liston" [...]. Nel 1519 venne eretta la colonna di San Marco [...]. Nel 1588 venne collocato il pennone per la bandiera."
La piazza subì alcune interessanti trasformazioni alla fine del Settecento e nell’Ottocento. La torre fu demolita nel 1790: era pericolante. È di questo periodo la ricostruzione di palazzo Bosi, accanto al quale fu realizzata la sede della prestigiosa Accademia dei Concordi.
 
Nello stesso periodo l’ingresso delle prigioni venne spostato in via Nino Bedendo... Si decise una diversa sistemazione alla testata nord del portico orientale, portandolo a sbucare nell’attuale vicolo Zanella.
Fu poi realizzata casa Marchiori, che venne successivamente demolita per intervento del Comune, in quanto anch’essa ritenuta pericolante. L’edificio fu ricostruito da Silvestro Camerini; venne ricostruito anche palazzo Cezza, già Casalini. La realizzazione della Gran Guardia è datata 1853. Il sostegno del pennone, colpito da un fulmine, fu trasportato sotto i portici del Tempio della Beata Vergine del Soccorso, la Rotonda, e da qui, nel 1967, nei giardini del castello.
La piazza venne intitolata a Vittorio Emanuele II nel 1881. Per l’occasione venne rifatto il pavimento e fu eretto il monumento al primo re d’Italia.
Abbiamo fornito, ci rendiamo conto, un semplice, arido elenco di date e notizie, che certamente non è in grado di trasmettere cultura (interessantissimo, in tal senso, il lavoro degli esperti che hanno curato il volume della Minelliana).
Tali date e notizie, però, lette non superficialmente, possono forse destare curiosità e costituire una traccia, sia pure modesta, per approfondire le due anime, popolare e colta, degli abitanti della piazza di Rovigo. Ma non soltanto di quelli.
 
     
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