la mostra in pietra della fontana costituisce così il fondale prospettico della piazza e forma l’asse di cui terranno conto le costruzioni cinquecentesche successive all’incendio.
Ma la piazza è anche il luogo delle logge e dei portici in una città che ne è pressoché priva, e questa peculiarità esclusiva esalta la funzione di luogo pubblico per eccellenza, permettendo protezione alle botteghe che vi erano affacciate, riparo nei giorni di mercato e incontri pubblici, e decoro alle funzioni pubbliche come l’amministrazione della giustizia
Il tempo da allora non si è fermato, e soprattutto l’Ottocento, se da un lato ha rimarcato la funzione della piazza come centro simbolico della città, celebrando la memoria dei feltrini illustri (Panfilo Castaldi e Vittorino da Feltre) con due statue contrapposte, dall’altro ha portato mutamenti rilevanti sul lato ovest, soprattutto ad opera di Giuseppe Segusini.
La riconfigurazione del palazzo Guarnieri, avvenuta trasformando un palazzo gotico e rivestendolo con decorazioni eclettiche, rappresenta l’acme di questa operazione di ridisegno e aggiornamento al gusto del tempo, che ha comportato anche la demolizione della chiesa di Santo Stefano e della loggia pubblica a fianco di via Mezzaterra.
La ricostruzione arretrata rispetto al profilo della loggia demolita ha accentuato il ruolo del maggior edificio sulla piazza, il palazzo della Comunità, il cui imponente portico bugnato rustico in pietra, attribuito da alcuni studiosi ad Andrea Palladio, introduce un elemento di ordine gigante in un contesto di elementi più minuti e sobri. All’interno, il prezioso Teatro della Sena, costruito agli inzi dell’Ottocento su progetto di Gianantonio Selva e singolarmente simile, nonostante le proporzioni ridotte, alla perduta Fenice.
Il castello, con i suoi corpi che digradano su piani diversi verso l’alto, fino alla torre del Campanon, simbolo civico per eccellenza, ricorda alla piazza
 

le profondità dello spazio, come gli scorci in discesa su via Mezzaterra, e il lungo passaggio del tempo cui questo luogo ha assistito, a partire dallo stupefacente podio in pietra scolpita di foro o tempio romano che alcuni scavi hanno fugacemente posto in luce a molti metri di profondità, davanti alle Fontane lombardesche.
Ne è passata di storia, qui, sulle geometrie degli acciottolati di piazza Maggiore.

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