Venezia
REGATA STORICA
 
Nella prima domenica di settembre rivive la Regata Storica: una gara tra gondole, gondolini, pupparini, mascarete, caorline che vanta origini cinquecentesche, nata in onore di Caterina Cornaro, sovrana di Cipro e signora di Asolo.
 
     
 

egata è un termine veneziano che significa letteralmente gara di velocità tra imbarcazioni a remi. Già nel 1500 il termine “regata” appare scritto su di un gruppo di barche rappresentate nella Pianta di Venezia di Jacopo dé Barbari. La regata, comunque, in una città come Venezia da sempre proiettata sul mare, ha un’origine molto antica ed è legata soprattutto alla necessità di addestrare gli equipaggi al maneggio del remo. La tradizione vuole che l’istituzione di una regata ufficiale sia da mettere in relazione con la festa delle Marie nel XIII secolo, nella prima domenica di settembre, sotto il dogado di Giovanni Soranzo. Secondo un’antica usanza il giorno della Purificazione della Vergine (2 febbraio) il vescovo benediva, nella chiesa di S. Pietro di Castello (allora sede vescovile), le nozze di dodici fanciulle povere che indossavano, per l’occasione, abiti sontuosi e portavano ori e gioielli prestati dal Comune. In una di queste cerimonie, il giorno di S. Marco del 944, alcuni pirati provenienti da Trieste irruppero nella chiesa, rapirono le ragazze con tutti i loro gioielli e le trascinarono sulle loro barche.

Il "Gondolone" detto la "Dogaressa". Sono trasportati il Doge e la Regina Cornaro di Cipro.

Immediatamente il doge chiamò il popolo alle armi e raggiunti e sconfitti i pirati, riportarono a casa tutte le ragazze. Per ricordare quella vittoria venne istituita la festa delle Marie le quali, dopo il rito della benedizione, si spostavano da un posto all’altro della città seguite, oltre che da cortei a piedi anche da cortei formati da numerose barche, in una Venezia che sembrava impazzita per assistere al passaggio di quelle autentiche bellezze e ovunque si fermassero venivano preparati rinfreschi e danze.Venne indetta in questa circostanza una “regata grande” che per la sua motivazione eccezionale non aveva niente a che vedere con le abituali sfide che si facevano tra barcaioli. L’organizzazione di una Regata grande aveva i suoi costi, quasi sempre gravava sull’economia dei privati e spesso venivano indette per rendere omaggio a Principi stranieri durante la loro visita alla città o per celebrare le vittorie militari. Coppia di nobili in costume d'epoca.Con una grande Regata, in segno di benvenuto trionfale, venne accolta Caterina Cornaro, regina di Cipro, nel 1489, come riconoscenza per aver «donato» il suo regno a Venezia. Dopo la perdita del prezioso Bucintoro, fatto a pezzi dai barnabotti nel 1825, la regata incorpora il tradizionale Corteo, in costume, a ricordo del doge che attraversava la laguna, scortato da un’immensa flotta di gondole, fanfare militari e cori grandiosi nella sontuosa e fantastica imbarcazione dorata.La regata moderna, invece, nacque nel 1841, quando le spese organizzative passarono alla municipalità. In quell’anno Venezia chiese alle autorità austriache di indire annualmente una «corsa di barchette lungo il Canal Grande a cura del Comune per incoraggiare i gondolieri a mantenere in onore la decantata loro destrezza». Con l’annessione di Venezia al Regno d’Italia (1866), contrariamente a quanto accadeva in precedenza, le regate ebbero come finalità la celebrazione del glorioso passato della Repubblica Veneta. Ma è solamente nel 1899, in occasione della III Biennale Internazionale d’Arte, che – su proposta del conte Filippo Grimani Sindaco di Venezia – la regata prenderà il nome di “storica”. Si tratta di una gara tra imbarcazioni che coinvolge uomini e donne e si disputa sul Canal grande che per l’occasione viene addobbato con stendardi e drappi colorati;
 
schierati ci sono nove gondolini su una distanza di quattro miglia venete, corrispondenti a circa 11 chilometri. Il Corteo sfila lungo il Canal Grande con le grandi imbarcazioni decorate (anche a diciotto remi) accompagnate da una moltitudine di barche più piccole decorate e intagliate con centinaia di figuranti in splendidi costumi di broccato. Il comune provvede all’allestimento della “Machina” (palco d’onore per l’autorità), ancorata in volta de canal collocata davanti Ca’ Foscari dove da secoli si concludono le regate veneziane e si presenta ricca di intagli con decorazioni policrome e dorate. Dopo il corteo storico sfilano le imbarcazioni di rappresentanza delle varie società sportive remiere della città (circa una sessantina). Le gare vere e proprie sono quattro (ognuna su particolari imbarcazioni): la prima è riservata ai giovanissimi su pupparini a 2 remi, la seconda alle donne su mascarete a 2 remi, la terza ad equipaggi maschili su caorline a 6 remi e la quarta costituisce il clou della manifestazione che vede i più famosi campioni del remo cimentarsi sui “gondolini” a 2 remi. Anticamente per fronteggiare e contenere i disordini la regata veniva preceduta da peote e da bissone (barche da parata che oggi con decorazioni piumate aprono il corteo) dalle quali alcuni patrizi posti a prua, muniti di archi, lanciavano alle imbarcazioni più indisciplinate palle di terracotta, ballotte, usate abitualmente per la caccia in laguna agli uccelli palustri. Le imbarcazioni in gara partono dai Giardini della Biennale, dove vi è teso lo spagheto (cordino), attraversano il Bacino di San Marco e percorrono tutto il Canal Grande fino alla chiesa di Santa Chiara, qui, in mezzo all’acqua, viene piantato il “paleto”, attorno al quale le barche devono girare per poi tornare indietro fino alla Machina (il traguardo), dove sono conficcate le quattro bandiere, che i primi quattro equipaggi debbono strappare, conquistando così i premi corrispondenti: al primo la bandiera rossa, al secondo, la bianca (un tempo celeste), al terzo la verde, al quarto la blu (anticamente gialla su cui campeggiava un maialino, animale considerato poco veloce). Anche le donne veneziane hanno avuto sempre un ruolo significativo nella Regata e vi partecipano da più di cinque secoli. Destò molta curiosità la notizia che nell’anno 1493 gareggiarono in onore di Beatrice d’Este, duchessa di Milano, una cinquantina di giovani donne in succinti abiti di lino. Solo dal Seicento ci sono tramandati i nomi delle più famose regatanti provenienti, per la maggior parte, dalle isole dell’estuario, le più addestrate al remo per la necessità che avevano di portare le verdure dei loro orti al mercato di Rialto. Nei documenti ricorre di frequente il nome di Maria Boscola da Marina, incontrastata campionessa del remo per oltre un quarantennio: dal 1740 al 1784.Negli ultimi anni la Regata Storica è stata presa di mira dalle associazioni animaliste che contestano l’attribuzione del maialino al quarto classificato intendendolo sostituire con prosciutti e salumi confezionati. La "Bissona" detta Serenissima.Tutto questo ha provocato la reazione di quanti non intendono modificare una tradizione che si protrae da secoli. In realtà con i tempi di oggi i regatanti non hanno bisogno nè del maialino, nè tanto meno dei salumi offerti in cambio e sono, certamente, molto diversi dal povero Nane Panetti che, a dispetto del nome, nell’Ottocento, in una commedia di Giacinto Gallina, viene sollecitato dalla madre, mentre si prepara alla regata, con queste parole: «Porta a casa almanco el porseo che sto inverno gavaremo da magnar». I regatanti di oggi, per loro ammissione, hanno bisogno e sentono il dovere di conservare le tradizioni e la Regata Storica è tradizione perchè, dicono, ci sono i gondolini al posto delle barche a motore, perchè c’è il cordino alla partenza e la Machina all’arrivo, perchè ci sono le bandiere ai primi quattro classificati e perché Dio bon! c’è in premio anche il maialino!