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LO STEMMA

Lo Statuto Comunale di Thiene definisce, all'articolo 3, gli aspetti e le particolarità dei simboli araldici della città e così recita:

"1) Il Comune ha come suo segno distintivo lo stemma riconosciuto con provvedimento in data 02.09.1845 dall'Imperatore d'Austria e così descritto: "scudo azzurro su cui si scorge una colomba bianca appoggiata per bieco verso destra. Nel becco rivolto verso sinistra, essa ha un ramoscello d'ulivo, mentre con le zampe tiene un ramo di vite con foglia verde ed un grappolo di uva blu. 2) Il Comune si fregia di titolo di Città concesso con Decreto in data 19 gennaio 1857 dall'Imperatore daustria Francesco Giuseppe I. 3) ...(omissis)... 4) Il Re Vittorio Emanuele III, con Decreto 28 Marzo 1920, ha concesso alla città di Thiene la croce al merito di guerra con la quale è stato decorato il Gonfalone della Città il 10 giugno dello stesso anno".

L'insieme degli antichi riferimenti sopra citati non permette una blasonatura esatta dello stemma e, quindi, una sua raffigurazione inequivocabile. Ciò anche per il fatto che la rappresentazione data dal Rumor nel suo autorevole "Blasone vicentino" del 1898 è: "D'azzurro, alla colomba in volo, volta a destra, tenente tra le zampe un tralcio di vite, fruttifero di un grappolo, al centro, e fogliato di due pezzi, ai lati, il tutto al naturale". In realtà lo Statuto ha ignorato il Decreto del Capo del Governo in data 1 febbraio 1936, registrato sul Libro Araldico degli Enti Morali, che dichiarava spettare "alla Città di Thiene" il seguente stemma: "D'azzurro, al piccione al naturale, dal volo spiegato, rivolto a sinistra, tenente nel becco un ramo d'olivo, sostenente con le zampe un tralcio di vite, fruttato di nero sfogliato verde, posto in fascia. Ornamenti esteriori di città".

A questo stemma, che deve essere considerato quello ufficiale per lo Stato Italiano, dovrebbe essere aggiunto in punta la raffigurazione della croce al merito di guerra, di cui è fregiato il gonfalone.

Venendo alle caratteristiche dello stemma, si nota che, contrariamente a quanto verificatosi in altri Comuni dell'antico comitato vicentino e dell'attuale provincia di Vicenza (mi limito a citare i casi di Piovene, Valmarana e Campiglia dei Berici), lo stemma della Città di Thiene non contiene alcun riferimento alla sua storia e a quella della famiglia omonima.

E' quasi un'anomalia, perché il legame storico ma anche feudale è forte, antico e ben consolidato. Addirittura, secondo una leggenda, la famiglia dei futuri Conti di Thiene trasse il nome da un'antica origine greca (De Athenis) e diede poi il nome alla città (altre fonti riferiscono di un'origine latina del nome).

E' certo che la famiglia dei futuri Conti di Thiene, nota, secondo alcuni autori, dal secolo XI, fu infeudata di gran parte del Comitato vicentino, avendo come centro un castello che fu chiamato col nome della famiglia. Altre fonti parlano di un'origine più recente e dell'acquisizione del nome della "Villa" in cui visse, cioè Thiene, per sé e per i suoi discendenti da parte di un "Vincenzius q. Toaldini qui fuit de Arserio et habitat in Tienis" (da un atto del 1280).

In epoca più recente l'imperatore Federico III, con diploma in data 11 febbraio 1469, concesse a Thiene il titolo di "Conte del Sacro Romano Impero" con giurisdizione sul territorio di Thiene.

Il titolo di "Conte di Thiene" fu confermato da Venezia alla famiglia, anche se Thiene non fu considerata come terra feudale ma come cornunità libera, tanto da essere sede di uno dei principali "Vicariati" in cui si ripartiva il territorio vicentino, non direttamente governato da Venezia ma facente capo alla Città di Vicenza che vi inviava, appunto, un Vicario affiancato da organismi rappresentativi locali con una limitata autonomia amministrativa. I veri feudi come, ad esempio, quello di Bagnolo o quello di Belvedere di Villaga, escludevano la presenza di autonomie locali di tale tipo.

Alberto Lembo


Esperto in araldica
 


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