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ALDO DALL'IGNA
Giornalista

L'ANTICO IN CUCINA

Il 7 ottobre, giorno celebrativo della vittoria cristiana sui Turcbi a Lepanto, si rinnova in gastronomia il "sacrificio" dell'anatra, nel rinomato suo connubio con i bigoli.
 
 

"homo edens italicus", costituisce oggi uno dei più si gnificativi profili della lunga e complessa storia d'Italia. L'alimentazione in genere, necessario elemento per la conservazione

dell'individuo, analogamente all'eros per la perpetuazione della specie, ha mutato il suo linguaggio, le sue finalità e gli stili, cercando con rapidità sorprendente sempre nuove vie.

  Ristorante la 'Corte del Belo'

Ha elevato il paese agricolo di epoca preindustriale ad agricolo moderno, modificando radicalmente ciò che avveniva in cucina e nel mercato, non più vincolato da esigenze economiche e da povertà endemica legata ai più svariati fattori dell'ambiente. Di ciò si sono fatte eco, intellettualizzando quel primitivo istinto dell'uomo, letture sempre più specializzate. Il titolare e lo staff del ristorante la 'Corte del Belo'

La gastronomia contemporanea costituisce prova di una vera e propria rivoluzione con tutti i conflitti e le contraddizioni che ne derivano, trovando, per esempio, eccellente quel piatto o quel vino, che altri disdegnano speculando su inesistenti difetti o decadenze di qualità, dimenticando il continuo mutare delle condizioni soggettive dell'uomo ed oggettive dell'ambiente. Assistiamo ora all'applicazione di diete miracolose, di ricerca di nuovi gusti e sollecitazioni per la salute e per una vita più leggera, non più attizzando il focolare domestico, proponendo magari risotti al kiwi o alla fragola, fettuccine all'esotica con desolata archiviazione dello storico ragù.

Tale mutazione gastronomica ha ri svegliato almeno in parte, come contrapposto positivo, il desiderio del passato. Non caso il ritorno passionale per le erbe come la ruchetta, già proibita un tempo nei conventi perché ritenuta afrodisiaca, il dragoncello o i raperonzoli, alle scadenze ritmiche del calendario, ci fanno sperare in una prospettiva di gusto tale da ravvivare quella che nobilmente fu definita la civiltà contadina, meglio la civiltà del sacrificio contadino, per il "de honesta voluptate et valetudine".

Di tali ritorni è ricca la terra vicentina con particolare elezione per la città di Thiene, la cui opulenta terra, tra l'abbraccio eterno delle Prealpi, gode delle brezze dell'Astico e del Posina, concedendo ai suoi numerosi prodotti le qualità migliori. Tra questi, in primis, quel mite palmipede, elemento essenziale del tradizionale e storico piatto denominato "bigoli con l'anatra", di cui la città si fa vanto.


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