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     Esponenti del mondo dell’imprenditoria e della politica locale si fanno promotori dell’iniziativa presentando un’istanza al Ministro dei lavori pubblici Ing. Romita in visita alla città di Treviso il 16 settembre 1945 il quale, dopo essersi complimentato per la proposta, suggerisce la costituzione del Consorzio portuale di Treviso.
   Dopo gli adempimenti d’obbligo, il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio, si organizzano in consorzio e affidano all’ing. Giuseppe Stancari il compito di redigere il progetto.
   La scelta del sito, attentamente vagliata, è subordinata alla convergenza di una pluralità di elementi (planimetria, pendenza, larghezza, profondità) i cui valori, rilevati a monte del vecchio scalo di Silea, risultano ottimali, inclusi quelli ergonomici relativi ai mezzi di trasporto. La scelta del sito, attentamente vagliata, è subordinata alla convergenza di una pluralità di elementi (planimetria, pendenza, larghezza, profondità) i cui valori, rilevati a monte del vecchio scalo di Silea, risultano ottimali, inclusi quelli ergonomici relativi ai mezzi di trasporto.
   Nello stesso periodo, la Società Elettrochimica della Carnia presenta domanda di sfruttamento idroelettrico delle acque del Sile e così l’ing. Giuseppe Stancari, nello stilare il suo progetto, tiene conto anche di questa esigenza e localizza il porto a valle e sulla riva sinistra del nuovo taglio del Sile all’altezza dello scalo di Silea. Il progetto, oltre al porto e alle connesse adiacenze industriali, include la creazione di una serie di infrastrutture (impianti, fabbricati, servizi ed attrezzature indispensabili all’utilizzo del complesso portuale e non ultimo l’innesto di un raccordo ferroviario lungo 3 km sulla Treviso-Motta).
   Il piano viene presentato nel marzo del 1947. I lavori iniziano nell’inverno del 1946 e proseguono alacremente fino all’anno 1950. Oltre ad attività di scavo, vengono sistemate le strade di accesso al porto, rifatti i cigli prospicienti il taglio del Sile e, per favorire lo smaltimento veloce delle merci, viene costruita una banchina lunga 142 m. Completano i lavori l’ampliamento della conca prevista dal progetto della Società Elettrochimica della Carnia e la costruzione della centrale idroelettrica che entra in funzione nell’aprile del 1954.
   La spesa complessiva ammonta a 100.600.000 di cui 60.360.000 a carico dello Stato e 40.240.000 a carico del Consorzio da ripartirsi tra Comune e Provincia.
   Con la realizzazione di questa prima tranche di lavori sorgono le premesse per la creazione di una zona industriale a Treviso che finalmente potrà assolvere in maniera adeguata alle sue funzioni di capoluogo di provincia; ma il complesso portuale rimane incompleto.
L’idea è diventata progetto, ed è rimasta tale.