Piazza Vittorio Emanuele II
MONTAGNANA
 
Dopo il breve percorso lungo una delle quattro Porte
la piazza si apre d’improvviso, con un colpo di scena
pieno di antiche suggestioni teatrali.
 
         
 
ontagnana è luogo di straordinari incanti storici e di vivace attività umana. Se la cinta merlata di circa due chilometri che racchiude il centro storico è tra i migliori esempi europei di fortificazione medievale, la sua piazza è come lo sfogo aereo di un’urbanistica che per ragioni di sicurezza e di rigorosa economia edilizia, si snoda lungo tracciati brevi e stretti ancora così ampiamente rispettosi delle antiche strutture. E tuttavia proprio la piazza, intitolata a Vittorio Emanuele II, con la sua curiosa forma ovoidale, i cinquecenteschi prospetti solenni del duomo e del palazzo municipale, gli ombrosi e accoglienti filari di portici, costituisce il cuore pulsante della cittadella. Ed è anche palcoscenico, salotto, e arengo civile di incontri. Dal vecchio e umanissimo bar Commercio che da un secolo resiste alle tentazioni moderniste, al pregevole restyling in corso per ridare alla piazza più razionali e agevoli dimensioni pedonali, con un tocco di esaltazione ambientale grazie a un nuovo sistema di illuminazione notturna,
Montagnana si prepara a un evento storico di forte impatto culturale: la celebrazione dei cinquecento anni del suo bel duomo. Ed è, ancora una volta, la piazza a concentrare celebrazioni, feste e incontri di culture e di popolo. Perché qui, tra la fitta sequenza dei negozi, dove lo shopping si fa, soprattutto per il turista, occasione di continue scoperte fra vecchie tradizioni, immaginifici rimandi ai tempi in cui si svolgeva il più celebre mercato delle cosce di maiale di tutto il Veneto, oggi ripetuto in tempi più comodi con l’altrettanto celeberrima "Festa del Prosciutto", qui, ripetiamo, rivive uno spirito antico ma di autentica e vivace
attualità.

Rivive nelle mille feste di piazza, dal "Palio delle contrade", al "Capodanno medievale", al Carnevale, ai concertini pubblici, alla sfilata delle auto d’epoca, alle infinite occasioni che montagnanesi avveduti e dotati di bello spirito di intrapresa e di inventiva, scaricano, almeno una volta alla settimana per tutti i mesi dell’anno (e soprattutto nei giorni festivi) nella loro piazza. Ci si trova, insomma, in una sorta di luogo magico, dove all’incontro con esaltanti emergenze d’arte racchiuse nel duomo, nel castello di San Zeno che ospita il Museo civico, nella rocca degli Alberi animata per lunghi periodi dell’anno dalle vivaci presenze nell’ostello della gioventù, nei numerosi ottimi esempi di architettura civile, si mischia e si concentra nella piazza tutto il mondo del passato e del presente. Con quella nuova voglia dei montagnanesi di ritrovare, attraverso il Centro Studi sui Castelli, i lavori di restauro delle mura, quelli fondamentali per il recupero pieno delle migliori qualità storiche artistiche del duomo, il rinsaldarsi delle fondamentali attività economiche, una centralità storico-geografica che negli anni si era smarrita. Montagnana è infatti crocevia tra Vicenza, Padova e Verona. Proprio da questa sua quasi equidistanza dalle tre città maggiori, è spesso derivato il senso della perifericità del luogo, che è invece, partendo e arrivando sempre nella sua bella piazza, punto di incontro su direttrici fondamentali del Veneto.

 

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